Gabriele Cantadore
Gabriele Cantadore
Gabriele Cantadore

Biografia

Sono come un mobile antico lasciato a prendere polvere, con un milione di cassetti segreti che aspettano solo di essere aperti.

Gabriele Cantadore

La valle Vigezzo ha ritrovato un interprete d'eccezione.

Dopo i Borgnis, i Divisionisti, Gennari, una nuova pittura racconta l’anima di questo territorio: La Valle dei Pittori.

Un uomo di confine esponente di una generazione che potrebbe essere testimone dell’estinzione degli animali da pascolo in Vigezzo – con tutto quello che ne segue.

Autodidatta di classe, figlio dell’accademia dell’alpeggio, cresciuto tra animali e baite, che malinconicamente mitizza con un ultimo urlo.

Soggetti:
animali come presenze silenziose, spiritualmente attuali, eseguiti con tutti i materiali possibili, rifiuti riciclati dalla realtà contemporanea, bruciati, colati, tagliuzzati.

Cantadore è un artista fuori sentiero, incerto, sparito, cancellato, un Punk di montagna, ma dolcissimo, dal tratto grezzo e rauco – ogni quadro come un testo di Leonard Cohen.

Provocatorio, senza regole, si colloca nel suo tempo ricordando esperienze non lontane, da Kiefer, Barceló, agli espressionisti tedeschi degli anni ’70 – ’80.

Inconsciamente un intellettuale che rilancia la sua valle, un eco-pittore incompatibile con i nostri tempi, una persona che vede i social come perdita di tempo e violenti culturalmente.

Gabriele Cantadore
Gabriele Cantadore

Il nero, il grigio sono i colori più usati da Gabriele. Scuri come è scuro ed incerto il bosco che si riappropria degli alpeggi - oramai abbandonati.

Alpeggi così gioiosi e rassicuranti agli occhi della sua infanzia in cui incideva capre e mucche sulle rocce come fecero gli antichi Druidi.

Le sue immagini rendono la ricerca tecnologica obsoleta e sorpassata: il nuovo è altrove!

Cantadore conosce la storia e torna ad avere rabbia, una rabbia coraggiosa, è un Testimone!

La valle è la sua famiglia (un po’ anche la nostra). In questo presente da selfie, senza nostalgia, basta raccontarla.

Testo tratto dalla presentazione della mostra “Fuori dai sentieri. Nera è la valle”.

Gabriele Cantadore

Lo studio

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